"Echi di storia patriottica"

29 agosto1847/ 2017 Santo Stefano D'Aspromonte


UN TRIBUTO AI MARTIRI PRECURSORI DEL RISORGIMENTO

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BENVENUTI

Presentazione  dell'opera

La composizione pittorica ripercorre i momenti salienti della storia dei nostri concittadini,(Domenico, Giannandrea, Pietro,Stefano Romeo e Domenico Morabito) patrioti valorosi, precursori del Risorgimento italiano. ...

Nel 1847 da questi monti mossero aquilotti dal loro nido anelanti a liberta'

con un manipolo di audaci Domenico,Giannandrea, Pietro,Stefano Romeo cospiratori agitatori martiri precorrendo i destini della Patria

La fiera testa di Domenico Romeo mozza dal carnefice borbonico ondeggiò sulla picca obbrobrio e spavento del tiranno ammonimento dei pavidi

scintilla del riscatto

che divampò per la fatale

penisola rendendola una e libera

In Reggio cadde primo martire della libertà Domenico Morabito altro figlio di questa terra


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Daniela Autunno
Daniela Autunno

 un particolare dell'opera



Echi di Storia Patriottica


La composizione pittorica ripercorre i momenti salienti della storia dei nostri concittadini,(Domenico, Giannandrea, Pietro,Stefano Romeo e Domenico Morabito) patrioti valorosi, precursori del Risorgimento italiano.

Dal punto di vista grafico sono stati elaborati dei fogli di pergamena e dei veli leggeri che emergono dal fondo dell'intera composizione, al fine di fissare il tempo e la luce, materializzandoli.

Attraverso le velature trasparenti e le penombre sfumate si vedono affiorare gli elementi figurativi di eroica memoria.

Passato e presente sono in continua osmosi!

Le entità simboliche ed i personaggi sono presenze vive e rinnovano, in senso atemporale, il significato della gesta eroiche del nostro popolo valoroso.

Dal punto di vista cromatico la scelta dei toni del rosso è stata dettata da diverse motivazioni:

-il contesto ambientale, è costituito dal colore complementare verde.

I colori rosso e verde, accostati suscitano un effetto di massimo contrasto visivo, rafforzando cosi' la luminosità dell'opera.

La gamma dei rossi indica forte emotività e rafforza l'espressione interiore dei soggetti, che partecipano al fatto storico rappresentato.

Lo spettatore, coinvolto emotivamente, diventa egli stesso protagonista della composizione;

-la gamma dei rossi fa parte della magia naturale dei colori della montagna.

Elementi figurativi e simbolici.

Sulla destra e sulla sinistra dell'opera sono rappresentati dei cavalli scalpitanti, la cui presenza simbolica è legata alla forza vitale, alla conquista, alla continuità della vita.

Il lume (posto nella parte centrale) rappresenta l'immagine della vita eterea, della fiamma spirituale che si innalza verso il cielo.

Equiparato alla forza dello spirito e alla luce la fiamma assume naturalmente il significato principale della ricerca dell'uomo anelante all'amor patrio e alla libertà.

Nella parte destra dell'opera è rappresentata la popolazione in rivolta.

Le popolazioni calabresi oppresse dalle loro miserie, volevano miglioramenti economici, il ribasso del prezzo del sale e dei tabacchi, aspiravano ad avere un po' di benessere che garantisse loro una porzione di pane con cui sfamarsi.

Il pane e il grano (sulla destra dell'opera) rappresentano da sempre il cibo fondamentale (e spesso anche l'unico) della tavola.

Il pane non era solo nutrimento ma anche alimento di cui aver cura essendo nello stesso tempo segno patrimoniale e culturale di tutto il mondo.

Sulla destra c'è la presenza discreta delle donne che collaboravano e sostenevano l'operato dei loro uomini.

Traspare dai loro volti (mentre cuciono le coccarde tricolori) l'ansia per le sorti dei loro uomini.

Nella parte centrale della composizione è presente un sacerdote:

l'inserimento di questa immagine è dovuta al fatto che la partecipazione dei preti al moto fu larga, entusiasta ed appassionata, perché sentivano nelle loro coscienza e nella loro fede, di poter conciliare Dio e la Patria, la religione e la libertà civile.

Sulla sinistra, e' rappresentato il castello di Reggio Calabria, da cui doveva partire il segnale dell'inizio della rivolta, per i dirimpettai siciliani, allo sventolio del tricolore.

Una volta marciato sulla città di Reggio, lo stesso castello venne consegnato dal principe di Aci, in mano ai rivoltosi.

Qui i capi della rivolta si costituirono in Giunta provvisoria di Governo.

Sulla sinistra è rappresentato il momento dell'arrivo delle fregate borboniche "Guiscardo" e "Ruggiero" pronte a bombardare la città di Reggio.

I capi della rivolta vennero alla determinazione di rifugiarsi sulle alture.

I rivoltosi, scoraggiati per il sopravvento della gendarmeria borbonica incominciarono a sbandarsi.

La repressione fu durissima: il 15 settembre, a seguito di un conflitto a fuoco, in contrada Cicciarello di Marrappà, nei pressi di Podàrgoni, Domenico Romeo fu assassinato e barbaramente decapitato dalle guardie urbane di Pedavoli (comune filo-borbonico), e la sua testa fu esposta nel cortile delle carceri di San Francesco a Reggio Calabria, per due giorni, quale monito per i tanti rivoltosi ivi detenuti.

Secondo Carlo Pisacane, un parente di Romeo venne obbligato a portarne la testa insanguinata da mostrare, come ammonimento, agli abitanti di Seminara.

Scriverà il nipote Pietro Aristeo, nel suo opuscolo "Cenni biografici sopra Domenico Romeo", che lo zio cadde inneggiando "all'Italia".    D. Autunno

.Meraviglie e suggestioni dinanzi all'opera della prof.ssa Daniela Autunno        Prof.ssa Aurora Malara


I miei occhi, pur non esercitati all'osservazione, né tantomeno alla non semplice interpretazione di un'opera così vastae complessa, sono stati subito impressionati dal "motivo" pittorico dei cavalli; non li ho visti comeelemento rappresentativo di unastoria, ma come elemento ideale o metafora del senso ultimo delle vicende storiche. La loro figura, presente dall'inizio alla fine, conduce e trascina; sembrano trasmettere un messaggio di forza vitale, un anelito al superamento dei limiti delle umane possibilità, un saper indicare che il destino storico conduce inevitabilmente all'azione, un riconoscimento che nessun evento interrompe il fluire sovrano e tragico del tempo. Essi son pronti a riprendere la corsa, così come deve fare il genere umano, che patisce nelle sue opere anche insuccessi e fallimenti.

Il contributo dell'artista al racconto di accadimenti lontani è nella potenza evocativa delle immagini e qui esse scorrono e parlano agli occhi ed allo spirito, alternando toni gravi (uomini armati o caduti) e toni lievi (un lume acceso, una figura femminile). Tanto altro balena, poi, da forme e colori: la fede, gli ideali politici, l'umile costume contadino.

Un'ultima considerazione: la ragione di un monumento sta nel dovere di tramandare ciò che è stato, ma un'opera d'arte consegna agli uomini un passaggio verso un tempo infinito.

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